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„Il libro segreto di Dante“ anticipazione. La scoperta di un codice effettuata da un noto Dantista.
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„Il libro segreto di Dante“ anticipazione. La scoperta di un codice effettuata da un noto Dantista.
Ciao a tutti.
Vi disturbiamo per segnalarvi che sul nostro sito abbiamo dato la possibilità di scaricare l'estratto di „Il libro segreto di Dante“ di Francesco Fioretti, che sta uscendo in questi giorni. Un romanzo scritto in base alla scoperta, da parte di un noto dantista, di un codice all’interno de la Divina Commedia. Ecco come lo stesso autore presenta come è nata l’idea del libro:
“È nata nel 2007, dalla scoperta casuale di uno strano enigma numerologico dantesco, che permette di interpretare alcuni passi “profetici” della Commedia, molto misteriosi e discussi dalla critica (il Veltro, il DVX, l’aquila del Paradiso), come un’allegoria messianica legata alla numerologia agostiniana piuttosto che come autentiche profezie. Sulle prime l’enigma mi ha molto inquietato e ho cercato altre fonti per un raffronto da comunicare in un saggio. Poi una volta, per gioco, ho usato il crittogramma come un codice Alighieri per leggere nella Commedia un messaggio occulto. “Purtroppo” il codice ha funzionato davvero, e mi ha, direi, quasi costretto a cambiare i miei progetti. Così è iniziata l’avventura.”
Ecco la quarta di copertina:
Dante è davvero stato ucciso dalla malaria, come tutti a Ravenna credono? Oppure qualcuno aveva dei motivi per desiderare la sua morte e la scomparsa di un segreto insieme a lui? Tormentati da questo dubbio, la figlia del poeta, suor Beatrice, un ex templare di nome Bernard e un medico, Giovanni da Lucca, iniziano una doppia indagine per fare chiarezza su quanto è accaduto. Cercano con fatica di decifrare un messaggio in codice lasciato da Dante su nove fogli di pergamena e intanto si mettono sulle tracce dei suoi presunti assassini, scoprendo che molti nutrivano una profonda avversione per il poeta. Non sarà facile trovare la chiave del segreto occultato nella Commedia e scoprire chi voleva impedire al poeta di terminare la sua opera. Ma perché l’Alighieri aveva deciso di nascondere con così grande cura gli ultimi tredici canti del Paradiso? Teoremi raffinati, intrighi complessi e verità da svelare si celano tra i versi delle tre cantiche, come l’identità del Veltro, o l’annuncio dell’arrivo di un misterioso vendicatore… Sullo sfondo storico della crisi politica ed economica del Trecento, Il libro segreto di Dante intreccia vicende reali e personaggi di fantasia, tessendo trame piene di mistero e inquietanti interrogativi.
Qui il booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=Nz6bzvN1uZE&feature=player_embedded
Qui l'estratto dei primi capitoli:
http://www.newtoncompton.com/newton/upload/File/estratti/librosegretodidanteestratto.pdf
Che ne pensate? Buona lettura.
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Indirizzo di studi : Altre discipline
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Numero di messaggi : 13
Re: „Il libro segreto di Dante“ anticipazione. La scoperta di un codice effettuata da un noto Dantista.
Riporto qui l'intervista integrale a cui facevo riferimento nel post precendente. Un saluto.
INTERVISTA A FRANCESCO FIORETTI
COME È NATA L’IDEA DI QUESTO SUO PRIMO ROMANZO?
È nata nel 2007, dalla scoperta casuale di uno strano enigma numerologico dantesco, che permette di interpretare alcuni passi “profetici” della Commedia, molto misteriosi e discussi dalla critica (il Veltro, il DVX, l’aquila del Paradiso), come un’allegoria messianica legata alla numerologia agostiniana piuttosto che come autentiche profezie. Sulle prime l’enigma mi ha molto inquietato e ho cercato altre fonti per un raffronto da comunicare in un saggio. Poi una volta, per gioco, ho usato il crittogramma come un codice Alighieri per leggere nella Commedia un messaggio occulto. “Purtroppo” il codice ha funzionato davvero, e mi ha, direi, quasi costretto a cambiare i miei progetti. Così è iniziata l’avventura.
LEI E' UN DANTISTA E STA APPROFONDENDO GLI STUDI PRESSO L'UNIVERSITA' DI EICHSTÄTT IN GERMANIA, QUANTO C'E' DI FICTION E QUANTO DI VERO NEL SUO ROMANZO?
C’è molta fiction, calata però su uno sfondo storico con la presenza di personaggi realmente esistiti: i figli di Dante, il marito di Beatrice, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Cecco d’Ascoli... La trama però è sviluppata come una favola proppiana con un movimento di andata e ritorno: si parte dalla storia e nella storia si rientra alla fine. Nella parte centrale si va invece alla ricerca dell’oggetto misterioso cui allude il codice Alighieri. La soluzione alla fine è aperta, mentre durante la quête c’è il gioco dei punti di vista, la prospettiva è polifonica, per cui l’oggetto diventa tanti oggetti diversi a seconda dei personaggi: e Dante è un templare, un profeta, un poeta, un politico, un rompiscatole a seconda di chi ne parla.
HA DOVUTO COMPIERE DELLE RICERCHE ULTERIORI, E QUALI, PER LA STESURA DEL ROMANZO?
Tante ricerche, il lavoro è durato tre anni. Un esempio: una scena è ambientata nell’abbazia di Pomposa e prevedeva il colloquio del protagonista con l’abate; ma poi scopro che proprio nell’anno in cui si svolgono i fatti l’abate è vacante, c’è aria di lotta per la successione che coinvolge i Comuni vicini. Ovviamente ho riscritto la scena tre volte.
CREDE CHE QUESTO ROMANZO POTRA' AIUTARE GLI STUDENTI AD AVVICINARSI ALLA DIVINA COMMEDIA E PERCHE'?
Ho scelto come punto di vista privilegiato quello dei figli di Dante, per focalizzare questo aspetto: “padre” della lingua e della cultura italiana, “padre” della letteratura europea, se non anche del concetto stesso d’Europa. Soprattutto noi italiani gli dobbiamo molto, io personalmente la vita: senza Dante, mio padre pugliese di origine toscana avrebbe avuto scarse probabilità di incrociare, lavorando in Abruzzo, mia madre siciliana, e se pure l’avesse incrociata lo stesso, ma le avesse dichiarato il suo amore nel foggiano del Tavoliere, io probabilmente non sarei mai nato.
Gli studenti, leggendo il romanzo, vivranno Dante come i figli vivono un padre, e questo basta a ridurre la distanza che, tra noi e lui, creano gli apparati di chiose con cui ormai siamo abituati a leggerlo.
QUALI POTREBBERO ESSERE I LETTORI CHE AMERANNO QUESTO ROMANZO?
Il romanzo è rivolto a diverse fasce di lettori, più e meno colti. E mescola i generi, tra thriller storico e saga familiare. Lo ameranno però soprattutto coloro che lo leggeranno senza pregiudizi e schematismi di genere. Sappiano i lettori sin dall’inizio che la presenza di Dante, con la sua idea così immensa della giustizia umana e divina e del senso della storia, non ha permesso all’autore di liquidare la faccenda semplicemente con la scoperta di un colpevole. Di fronte all’Inferno o al Paradiso di Dante non ci si può fermare alla constatazione che l’assassino è il maggiordomo. Chi capirà questo durante la lettura finirà per amare il libro.
IMMERGERSI IN UN'EPOCA LONTANA LE HA PERMESSO DI TROVARE DELLE CORRISPONDENZE CON IL PRESENTE? QUALI?
La vicenda va dalla morte di Dante alla visita a sua figlia di Boccaccio, ovvero dalla fine del boom del Duecento alla crisi economica del Trecento. C’è il fallimento delle grandi banche fiorentine che ricorda situazioni recenti. Dante era un babyboomer, un po’ come la mia generazione che in qualche modo ci si riconoscerà. Alla fine della sua vita, data la sua sensibilità, capisce prima degli altri che le cose si stanno mettendo male e vorrebbe scuotere la cristianità. La crisi del Trecento ha aspetti che ricordano quella che ci ha colpito di recente: debiti pubblici altissimi e speculazioni finanziarie. Le analogie sono tremende, a volte è stato difficile anche per me recuperare la giusta distanza.
DURANTE LA STESURA DEL ROMANZO HA SCOPERTO QUALCOSA DI INASPETTATO O LE SONO CAPITATE ALCUNE COSE CURIOSE CHE CI VUOLE RACCONTARE?
La scoperta più inquietante è stata quella che ha dato il via all’avventura, ovvero il crittogramma dantesco. E poi il messaggio in codice descrive luoghi che si trovano in Epiro. Ci sono andato con mia moglie a perlustrare la zona e abbiamo scoperto una regione bellissima. C’è l’Acheronte, quello vero, l’abbiamo varcato e siamo tornati vivi di qua. Ma nel posto dell’oggetto misterioso c’era già un’équipe di archeologi e non abbiamo potuto eseguire scavi in proprio.
IL LIBRO SEGRETO DI DANTE AVRA' UN SEGUITO?
Non lo so. Adesso sto studiando le Rime di Dante. Poi si vedrà.
INTERVISTA A FRANCESCO FIORETTI
COME È NATA L’IDEA DI QUESTO SUO PRIMO ROMANZO?
È nata nel 2007, dalla scoperta casuale di uno strano enigma numerologico dantesco, che permette di interpretare alcuni passi “profetici” della Commedia, molto misteriosi e discussi dalla critica (il Veltro, il DVX, l’aquila del Paradiso), come un’allegoria messianica legata alla numerologia agostiniana piuttosto che come autentiche profezie. Sulle prime l’enigma mi ha molto inquietato e ho cercato altre fonti per un raffronto da comunicare in un saggio. Poi una volta, per gioco, ho usato il crittogramma come un codice Alighieri per leggere nella Commedia un messaggio occulto. “Purtroppo” il codice ha funzionato davvero, e mi ha, direi, quasi costretto a cambiare i miei progetti. Così è iniziata l’avventura.
LEI E' UN DANTISTA E STA APPROFONDENDO GLI STUDI PRESSO L'UNIVERSITA' DI EICHSTÄTT IN GERMANIA, QUANTO C'E' DI FICTION E QUANTO DI VERO NEL SUO ROMANZO?
C’è molta fiction, calata però su uno sfondo storico con la presenza di personaggi realmente esistiti: i figli di Dante, il marito di Beatrice, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Cecco d’Ascoli... La trama però è sviluppata come una favola proppiana con un movimento di andata e ritorno: si parte dalla storia e nella storia si rientra alla fine. Nella parte centrale si va invece alla ricerca dell’oggetto misterioso cui allude il codice Alighieri. La soluzione alla fine è aperta, mentre durante la quête c’è il gioco dei punti di vista, la prospettiva è polifonica, per cui l’oggetto diventa tanti oggetti diversi a seconda dei personaggi: e Dante è un templare, un profeta, un poeta, un politico, un rompiscatole a seconda di chi ne parla.
HA DOVUTO COMPIERE DELLE RICERCHE ULTERIORI, E QUALI, PER LA STESURA DEL ROMANZO?
Tante ricerche, il lavoro è durato tre anni. Un esempio: una scena è ambientata nell’abbazia di Pomposa e prevedeva il colloquio del protagonista con l’abate; ma poi scopro che proprio nell’anno in cui si svolgono i fatti l’abate è vacante, c’è aria di lotta per la successione che coinvolge i Comuni vicini. Ovviamente ho riscritto la scena tre volte.
CREDE CHE QUESTO ROMANZO POTRA' AIUTARE GLI STUDENTI AD AVVICINARSI ALLA DIVINA COMMEDIA E PERCHE'?
Ho scelto come punto di vista privilegiato quello dei figli di Dante, per focalizzare questo aspetto: “padre” della lingua e della cultura italiana, “padre” della letteratura europea, se non anche del concetto stesso d’Europa. Soprattutto noi italiani gli dobbiamo molto, io personalmente la vita: senza Dante, mio padre pugliese di origine toscana avrebbe avuto scarse probabilità di incrociare, lavorando in Abruzzo, mia madre siciliana, e se pure l’avesse incrociata lo stesso, ma le avesse dichiarato il suo amore nel foggiano del Tavoliere, io probabilmente non sarei mai nato.
Gli studenti, leggendo il romanzo, vivranno Dante come i figli vivono un padre, e questo basta a ridurre la distanza che, tra noi e lui, creano gli apparati di chiose con cui ormai siamo abituati a leggerlo.
QUALI POTREBBERO ESSERE I LETTORI CHE AMERANNO QUESTO ROMANZO?
Il romanzo è rivolto a diverse fasce di lettori, più e meno colti. E mescola i generi, tra thriller storico e saga familiare. Lo ameranno però soprattutto coloro che lo leggeranno senza pregiudizi e schematismi di genere. Sappiano i lettori sin dall’inizio che la presenza di Dante, con la sua idea così immensa della giustizia umana e divina e del senso della storia, non ha permesso all’autore di liquidare la faccenda semplicemente con la scoperta di un colpevole. Di fronte all’Inferno o al Paradiso di Dante non ci si può fermare alla constatazione che l’assassino è il maggiordomo. Chi capirà questo durante la lettura finirà per amare il libro.
IMMERGERSI IN UN'EPOCA LONTANA LE HA PERMESSO DI TROVARE DELLE CORRISPONDENZE CON IL PRESENTE? QUALI?
La vicenda va dalla morte di Dante alla visita a sua figlia di Boccaccio, ovvero dalla fine del boom del Duecento alla crisi economica del Trecento. C’è il fallimento delle grandi banche fiorentine che ricorda situazioni recenti. Dante era un babyboomer, un po’ come la mia generazione che in qualche modo ci si riconoscerà. Alla fine della sua vita, data la sua sensibilità, capisce prima degli altri che le cose si stanno mettendo male e vorrebbe scuotere la cristianità. La crisi del Trecento ha aspetti che ricordano quella che ci ha colpito di recente: debiti pubblici altissimi e speculazioni finanziarie. Le analogie sono tremende, a volte è stato difficile anche per me recuperare la giusta distanza.
DURANTE LA STESURA DEL ROMANZO HA SCOPERTO QUALCOSA DI INASPETTATO O LE SONO CAPITATE ALCUNE COSE CURIOSE CHE CI VUOLE RACCONTARE?
La scoperta più inquietante è stata quella che ha dato il via all’avventura, ovvero il crittogramma dantesco. E poi il messaggio in codice descrive luoghi che si trovano in Epiro. Ci sono andato con mia moglie a perlustrare la zona e abbiamo scoperto una regione bellissima. C’è l’Acheronte, quello vero, l’abbiamo varcato e siamo tornati vivi di qua. Ma nel posto dell’oggetto misterioso c’era già un’équipe di archeologi e non abbiamo potuto eseguire scavi in proprio.
IL LIBRO SEGRETO DI DANTE AVRA' UN SEGUITO?
Non lo so. Adesso sto studiando le Rime di Dante. Poi si vedrà.
Newton Compton- Età : 55
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