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Palermo, chiesa del Santo Spirito o del Vespro
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Palermo, chiesa del Santo Spirito o del Vespro
Di Lorenzo Mercurio
Nacque come abbazia cistercense nel 1173, sotto il re Guglielmo II d'Altavilla, in seguito, si dice, al ritrovamento di un favoloso tesoro nel luogo, che permise di costruire questa stessa chiesa e di completare il duomo della città di Palermo. Fu innanzi a questa chiesa che ebbe inizio la rivolta del Vespro dei siciliani, nel lunedì di Pasqua del 1282, contro gli oppressori angioini di Carlo d'Angiò, a causa (o almeno, così vuole la tradizione) di un'offesa arrecata a una donna da parte di un soldato francese. Per questo motivo, la chiesa iniziò a chiamarsi anche 'del Vespro'. Fu durante questa guerra che per la prima volta apparvero i vessilli che univano i colori comunali di Palermo (giallo) e Corleone (rosso), con la ripresa del simbolo della Trinacria greca. La bandiera regionale siciliana odierna si ispira a quell'antico vessillo.
La pianta è a tre navate separate tra loro da colonne in muratura di tufo, in uno stile austero tipico dell'ordine monastico benedettino-cistercense del Basso Medioevo. All''interno della chiesa si trova un pregiatissimo soffitto ligneo a capriate, intagliato e dipinto. In seguito al trasferimento dell'ordine dei monaci olivetani dalla chiesa dello Spasimo nel 1573, vi vennero trasferite pregevoli opere d'arte, come un'importante tavola di Raffaello sul tema dello Spasimo, incorniciato da un'edicola di Antonello Gagini, oggi esposto a Madrid. In epoca barocca, la chiesa subì pesanti manomissioni. Gli olivetani lasciarono il convento e per volere del vicerè Caracciolo (1780) la chiesa fu affiancata dal cimitero di Sant'Orsola, abbattendo l'adiacente convento cistercense e il prospetto principale della stessa chiesa. Nel 1882, l'architetto Giuseppe Patricolo, in occasione del VI centenario dei Vespri, ebbe l'incarico di restaurare la chiesa, cercando di ripristinare le strutture originarie normanne, non potendo far nulla per la facciata, ormai perduta.
Altre foto le trovate QUI.
Nacque come abbazia cistercense nel 1173, sotto il re Guglielmo II d'Altavilla, in seguito, si dice, al ritrovamento di un favoloso tesoro nel luogo, che permise di costruire questa stessa chiesa e di completare il duomo della città di Palermo. Fu innanzi a questa chiesa che ebbe inizio la rivolta del Vespro dei siciliani, nel lunedì di Pasqua del 1282, contro gli oppressori angioini di Carlo d'Angiò, a causa (o almeno, così vuole la tradizione) di un'offesa arrecata a una donna da parte di un soldato francese. Per questo motivo, la chiesa iniziò a chiamarsi anche 'del Vespro'. Fu durante questa guerra che per la prima volta apparvero i vessilli che univano i colori comunali di Palermo (giallo) e Corleone (rosso), con la ripresa del simbolo della Trinacria greca. La bandiera regionale siciliana odierna si ispira a quell'antico vessillo.
La pianta è a tre navate separate tra loro da colonne in muratura di tufo, in uno stile austero tipico dell'ordine monastico benedettino-cistercense del Basso Medioevo. All''interno della chiesa si trova un pregiatissimo soffitto ligneo a capriate, intagliato e dipinto. In seguito al trasferimento dell'ordine dei monaci olivetani dalla chiesa dello Spasimo nel 1573, vi vennero trasferite pregevoli opere d'arte, come un'importante tavola di Raffaello sul tema dello Spasimo, incorniciato da un'edicola di Antonello Gagini, oggi esposto a Madrid. In epoca barocca, la chiesa subì pesanti manomissioni. Gli olivetani lasciarono il convento e per volere del vicerè Caracciolo (1780) la chiesa fu affiancata dal cimitero di Sant'Orsola, abbattendo l'adiacente convento cistercense e il prospetto principale della stessa chiesa. Nel 1882, l'architetto Giuseppe Patricolo, in occasione del VI centenario dei Vespri, ebbe l'incarico di restaurare la chiesa, cercando di ripristinare le strutture originarie normanne, non potendo far nulla per la facciata, ormai perduta.
Altre foto le trovate QUI.
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