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Patti Marina (ME), villa romana (II sec. a.C. - IV sec. d.C.)
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Patti Marina (ME), villa romana (II sec. a.C. - IV sec. d.C.)
QUI le foto.
La villa fu scoperta nel 1973, in occasione dei lavori per l'autostrada Palermo-Messina (sì: proprio quella ultimata in questo XXI secolo... cioè ben 30 anni dopo!), e si trova a nord delle colline su cui si estende la città di Patti, sulla destra del torrente Montagnareale (magari adesso si vorrà tacciare anche gli antichi romani di abusivismo...), in prossimità della costa e di quello che doveva essere l'antico tracciato della via Valeria.
Il primo nucleo della villa è databile addirittura dal II sec. a.C., sulla cui struttura sono state ricostruite quelle del II sec. d.C. e del IV sec. d.C. Anche dopo il terribile terremoto della fine del IV sec., la costruzione continuò ad essere frequentata, con tracce di materiale numismatico e ceramico risalente addirittura fino all'XI sec.
All'entrata del complesso è, come di solito, un Lavoratore Socialmente Utile (LSU) ad accogliere il visitatore, mentre alla biglietteria, alla quale abbiamo chiesto un opuscolo informativo sul sito che inizialmente sembrava non fosse nemmeno a disposizione, stavano altri due LSU, quasi annoiati dalla nostra presenza... L'affluenza di visitatori, durante il nostro arrivo, era assolutamente nulla; le indicazioni, completamente sballate, ci hanno indotto a sbagliare strada per almeno due volte, prima di accorgerci di un cartello quasi nascosto e visibile da un solo senso di marcia (che non era il nostro) che indicava l'ingresso al complesso.
Il piccolo museo ('antiquarium'), comunque ben allestito e tenuto, offre un esempio dei manufatti emersi dallo scavo della villa, al fine di delineare il quadro complessivo della cultura materiale e degli aspetti socio-economici caratterizzanti la storia della fastosa struttura, epicentro di un vasto latifondo.
La villa vera e propria occupa una superficie di circa 32.400 mq (180 m x 180 m circa), ed è coperta e protetta da un'unica e grande pensillina che la ripara dagli agenti atmosferici. Ad essa si accede tramite una passerella sospesa sui resti che si inserisce in quella che doveva essere l'entrata secondaria al complesso, presentando immediatamente parte del peristilio ed attraversando il lato sud-est e sud della costruzione, in cui appaiono ben visibili degli splendidi e pregiati mosaici, alcuni dei quali purtroppo molto danneggiati, tra cui quello di Bacco o la decorazione musiva del peristilio stesso. L'impianto termale si trova sul lato nord-est del complesso, ed appare anch'esso molto danneggiato dai lavori per l'autostrada: presenta dei mosaici paragonabili per stile (africano) a quelli della Villa del Casale di Piazza Armerina (EN).
Anche qui, dunque, appare chiara l'importanza di ritrovamenti come questi, come appare, allo stesso modo, l'assoluta noncuranza dell'importanza della fruizione turistica, per nulla incentivata da un'adeguata segnalazione e pubblicizzazione del sito, nonostante valga senz'altro la pena visitarlo ed ammirarne le composizioni musive, come i resti di cultura materiale.
BIBLIOGRAFIA: AAVV, "Villa Romana. Patti Marina" (opuscolo), Assessorato ai BBCC e Amb. della Reg. Siciliana-Soprintendenza per i BBCC e Amb. di Messina, 2008.
La villa fu scoperta nel 1973, in occasione dei lavori per l'autostrada Palermo-Messina (sì: proprio quella ultimata in questo XXI secolo... cioè ben 30 anni dopo!), e si trova a nord delle colline su cui si estende la città di Patti, sulla destra del torrente Montagnareale (magari adesso si vorrà tacciare anche gli antichi romani di abusivismo...), in prossimità della costa e di quello che doveva essere l'antico tracciato della via Valeria.
Il primo nucleo della villa è databile addirittura dal II sec. a.C., sulla cui struttura sono state ricostruite quelle del II sec. d.C. e del IV sec. d.C. Anche dopo il terribile terremoto della fine del IV sec., la costruzione continuò ad essere frequentata, con tracce di materiale numismatico e ceramico risalente addirittura fino all'XI sec.
All'entrata del complesso è, come di solito, un Lavoratore Socialmente Utile (LSU) ad accogliere il visitatore, mentre alla biglietteria, alla quale abbiamo chiesto un opuscolo informativo sul sito che inizialmente sembrava non fosse nemmeno a disposizione, stavano altri due LSU, quasi annoiati dalla nostra presenza... L'affluenza di visitatori, durante il nostro arrivo, era assolutamente nulla; le indicazioni, completamente sballate, ci hanno indotto a sbagliare strada per almeno due volte, prima di accorgerci di un cartello quasi nascosto e visibile da un solo senso di marcia (che non era il nostro) che indicava l'ingresso al complesso.
Il piccolo museo ('antiquarium'), comunque ben allestito e tenuto, offre un esempio dei manufatti emersi dallo scavo della villa, al fine di delineare il quadro complessivo della cultura materiale e degli aspetti socio-economici caratterizzanti la storia della fastosa struttura, epicentro di un vasto latifondo.
La villa vera e propria occupa una superficie di circa 32.400 mq (180 m x 180 m circa), ed è coperta e protetta da un'unica e grande pensillina che la ripara dagli agenti atmosferici. Ad essa si accede tramite una passerella sospesa sui resti che si inserisce in quella che doveva essere l'entrata secondaria al complesso, presentando immediatamente parte del peristilio ed attraversando il lato sud-est e sud della costruzione, in cui appaiono ben visibili degli splendidi e pregiati mosaici, alcuni dei quali purtroppo molto danneggiati, tra cui quello di Bacco o la decorazione musiva del peristilio stesso. L'impianto termale si trova sul lato nord-est del complesso, ed appare anch'esso molto danneggiato dai lavori per l'autostrada: presenta dei mosaici paragonabili per stile (africano) a quelli della Villa del Casale di Piazza Armerina (EN).
Anche qui, dunque, appare chiara l'importanza di ritrovamenti come questi, come appare, allo stesso modo, l'assoluta noncuranza dell'importanza della fruizione turistica, per nulla incentivata da un'adeguata segnalazione e pubblicizzazione del sito, nonostante valga senz'altro la pena visitarlo ed ammirarne le composizioni musive, come i resti di cultura materiale.
BIBLIOGRAFIA: AAVV, "Villa Romana. Patti Marina" (opuscolo), Assessorato ai BBCC e Amb. della Reg. Siciliana-Soprintendenza per i BBCC e Amb. di Messina, 2008.
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