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Palermo, chiesa di Sant'Agata alla Guilla (esterno ed interno)
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Palermo, chiesa di Sant'Agata alla Guilla (esterno ed interno)
QUI le immagini.
Di Davide Orsi
La chiesa sorse sui resti di una villa romana che, secondo la tradizione, si vuole fosse la casa della martire catanese Agata, che era appunto nata a Palermo. L'edificio fu costruito tra il XII e il XIII sec., presso un'antica porta che fu poi rinominata 'di Sant'Agata alla Guilla', che apparteneva all'antico tessuto murario della cittadella, cosa che si può intuire dai dislivelli altimetrici della zona; le attuali forme sono dovute al restauro del XVI sec. quando fu affidata alla maestranza dei costruttori. L'esterno è in pieno stile gotico catalano, e presenta lesene piatte che ne scandiscono i volumi, monofore sormontate da cordonature ultimate da peducci. La facciata severa è arricchita dal bellissimo portale gagginesco, delimitato da colonne decorate nella parte bassa da figure allegoriche e motivi floreali, che sorreggono un timpano, di carattere classico; i due campaniletti sono stati inseriti nel XVII sec. nello stile della chiesa. Accanto alla chiesa fu costruito nel 1685 un conservatorio delle 'maddalene pentite', ovvero delle donne costrette a prostituirsi. L'interno in passato era trinavato, ma nel XIX sec. fu manomesso e ridotto ad unica navata, anche se da delle feritorie nelle cappelle laterali si possono ancora vedere le navate e le cappelle della precedente struttura. La decorazione interna è in stucco e finto dorato in pieno stile tardo barocco. Le pale di altare, gli altari stessi e parte delle decorazioni sono state totalmente trafugate, eccetto un affresco raffigurante una madonna, legata ad una leggenda, secondo la quale un uomo impazzito armato di pugnale, trafisse in più punti l'icona, dalla quale cominciò a scorgare del sangue. La chiesa versa in brutte condizioni, anche se nel 1995 è stato eseguito un restauro statico sull'immobile. La chiesa è aperta approssimativamente fino alle 10 del mattino dal lunedì al venerdì, anche se molte volte bisogna avere fortuna nel trovarla aperta.
Di Davide Orsi
La chiesa sorse sui resti di una villa romana che, secondo la tradizione, si vuole fosse la casa della martire catanese Agata, che era appunto nata a Palermo. L'edificio fu costruito tra il XII e il XIII sec., presso un'antica porta che fu poi rinominata 'di Sant'Agata alla Guilla', che apparteneva all'antico tessuto murario della cittadella, cosa che si può intuire dai dislivelli altimetrici della zona; le attuali forme sono dovute al restauro del XVI sec. quando fu affidata alla maestranza dei costruttori. L'esterno è in pieno stile gotico catalano, e presenta lesene piatte che ne scandiscono i volumi, monofore sormontate da cordonature ultimate da peducci. La facciata severa è arricchita dal bellissimo portale gagginesco, delimitato da colonne decorate nella parte bassa da figure allegoriche e motivi floreali, che sorreggono un timpano, di carattere classico; i due campaniletti sono stati inseriti nel XVII sec. nello stile della chiesa. Accanto alla chiesa fu costruito nel 1685 un conservatorio delle 'maddalene pentite', ovvero delle donne costrette a prostituirsi. L'interno in passato era trinavato, ma nel XIX sec. fu manomesso e ridotto ad unica navata, anche se da delle feritorie nelle cappelle laterali si possono ancora vedere le navate e le cappelle della precedente struttura. La decorazione interna è in stucco e finto dorato in pieno stile tardo barocco. Le pale di altare, gli altari stessi e parte delle decorazioni sono state totalmente trafugate, eccetto un affresco raffigurante una madonna, legata ad una leggenda, secondo la quale un uomo impazzito armato di pugnale, trafisse in più punti l'icona, dalla quale cominciò a scorgare del sangue. La chiesa versa in brutte condizioni, anche se nel 1995 è stato eseguito un restauro statico sull'immobile. La chiesa è aperta approssimativamente fino alle 10 del mattino dal lunedì al venerdì, anche se molte volte bisogna avere fortuna nel trovarla aperta.
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