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Palermo, oratorio dei SS. Pietro e Paolo (o dei Peccatori Pentiti)
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Palermo, oratorio dei SS. Pietro e Paolo (o dei Peccatori Pentiti)
Di Davide Orsi
Passandovi innanzi non ci si fa caso, eppure in questo luogo vi è una chiesa. Sembra un comunissimo edificio ottocentesco, molto semplice, elevato su due livelli, con tre finestre per piano, senza un particolare uso di forme plastiche per la decorazione di queste, il tutto sul portale centrale che, ripeto, crea in effetti l'inganno che questo sia un semplice palazzo, con l'unica peculiarità di una nicchia, alla destra del portale, che raffigura un ecce homo a figura intera. Dal portale invece si accede in una chiesetta! non una di quelle magari iper decorate, ovviamente, ma è sempre comunque stata una chiesetta di quartiere, di una qualche congregazione come ne nascevano a numerosissime a Palermo, ma rimasta chiusa per anni, decenni, in attesa di una ristrutturazione. Il piccolo edificio nasce sicuramente nella seconda metà del XVIII sec., quando vi si viene a stabilire la congregazione dei SS. Pietro e Paolo del rifugio dei Peccatori Pentiti, e la facciata viene rifatta nel XIX sec.. La chiesetta si presenta ad aula unica, preceduto da un coro sormontato da volta a crocera, mentre con una volta a vela è il presbiterio, decorato ad affresco che simula delle decorazioni a stucco, con al centro uno stemma mariano. L'interno è in via di ristrutturazione e infatti: le pareti sono coperte dalle impalcature smontate che coprono le pareti e il presbiterio. L'unico arredo interno che si può distinguere è una gelosia lignea sicuramente del tardo settecento. La chiesetta non risulta particolarmente interessante dal punto di vista figurativo e architettonico, dato che le paretti del coretto d'ingresso sono state pure dipinte con colori azzurri e gialli (un cielo stellato) molto sgargianti sicuramente negli anni 70 che ne ha di certo alterato l'interno, ma i tratta sicuramente di una sorpresa, non tanto per l'occhio, quanto per la sicurezza, nel vedere un portale chiuso da decenni e di nuovo aperto, che la città può risorgere, e riaprire tutte le sue porte...
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Passandovi innanzi non ci si fa caso, eppure in questo luogo vi è una chiesa. Sembra un comunissimo edificio ottocentesco, molto semplice, elevato su due livelli, con tre finestre per piano, senza un particolare uso di forme plastiche per la decorazione di queste, il tutto sul portale centrale che, ripeto, crea in effetti l'inganno che questo sia un semplice palazzo, con l'unica peculiarità di una nicchia, alla destra del portale, che raffigura un ecce homo a figura intera. Dal portale invece si accede in una chiesetta! non una di quelle magari iper decorate, ovviamente, ma è sempre comunque stata una chiesetta di quartiere, di una qualche congregazione come ne nascevano a numerosissime a Palermo, ma rimasta chiusa per anni, decenni, in attesa di una ristrutturazione. Il piccolo edificio nasce sicuramente nella seconda metà del XVIII sec., quando vi si viene a stabilire la congregazione dei SS. Pietro e Paolo del rifugio dei Peccatori Pentiti, e la facciata viene rifatta nel XIX sec.. La chiesetta si presenta ad aula unica, preceduto da un coro sormontato da volta a crocera, mentre con una volta a vela è il presbiterio, decorato ad affresco che simula delle decorazioni a stucco, con al centro uno stemma mariano. L'interno è in via di ristrutturazione e infatti: le pareti sono coperte dalle impalcature smontate che coprono le pareti e il presbiterio. L'unico arredo interno che si può distinguere è una gelosia lignea sicuramente del tardo settecento. La chiesetta non risulta particolarmente interessante dal punto di vista figurativo e architettonico, dato che le paretti del coretto d'ingresso sono state pure dipinte con colori azzurri e gialli (un cielo stellato) molto sgargianti sicuramente negli anni 70 che ne ha di certo alterato l'interno, ma i tratta sicuramente di una sorpresa, non tanto per l'occhio, quanto per la sicurezza, nel vedere un portale chiuso da decenni e di nuovo aperto, che la città può risorgere, e riaprire tutte le sue porte...
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