Tra Bisacquino e Giuliana (PA)

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Sulle pendici dei monti Sicani, nel cuore di una splendida Sicilia dai colori, dall'aria e dal silenzio che sembrano ormai esser fuori dal tempo, si ergono una serie di centri abitati immersi in un ritemprante ambiente, ben distante dal caos, dal rumore e dall'aria irrespirabile e maleodorante di quelle città non troppo lontane, ma prese come modello di vita da chi, vivendo in luoghi tranquilli e ad economia agreste come questi, sogna una propria emancipazione, emancipazione spesso illusoria la cui visione distorta dai soliti mass-media la rende luminosa e addirittura come l'unica via di salvezza per la propria vita, cosa che giustifica l'abbandono di tutto ciò che non rispecchia quei canoni d'élite.

<< Ma cu sù sti fuòddi? >>, ovvero << Ma chi sono questi pazzi? >>, avranno pensato tutti quegli abitanti che ci hanno visto camminare per le stradine da 'presepe' (così appaiono agli occhi di chi è, invece, fin troppo stanco della vita cittadina) dei paesi di Bisacquino, ma soprattutto di Giuliana, in cui esiste anche un grande 'castrum' costruito (si dice) sotto Federico II, trovato purtroppo chiuso, per non parlare della chiesa della Madonna dell'Udienza e di altri edifici sacri chiusi di cui non siamo riusciti a conoscerne la titolazione.

Bisacquino (Busacchinu, in siciliano, a circa 900 m s.l.m.) e Giuliana (circa 730 m s.l.m.) si sono mostrati come due gemme tra le molte altre che non abbiamo potuto, per mancanza di tempo, visitare. Luoghi idonei per lasciare per qualche giorno tutti gli affanni urbani, per poter ricominciare ad affrontarli, tornando, con rinnovato vigore grazie all'atmosfera che definirei romanticamente 'd'altri tempi' di cui un cittadino sente spesso la mancanza... senza che, però, faccia molto per ripristinarla nel luogo di città in cui vive la sua quotidianità.